Pandoro a doppio impasto Giorilli
Un altro Natale insieme , vi aspettate una nuova ricetta di tendenza , ma cavallo che vince non si cambia e tra tante prove e tante varietà seppur ottime per me il vero pandoro, quello che richiama il gusto dell’infanzia, del pandoro lasciato sul termosifone prima d’essere servito rimane il pandoro Giorilli.
Questo nuovo articolo nasce come l’evoluzione di uno precedente, dove di diverso c’è solo la gestione della pasta madre secondo il metodo Chiera, e piccoli accorgimenti in tempi e temperature in funzione di questo metodo<
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Ogni metodo è valido, ottimo , nessuno soppianta il primo quindi ci si deve sentire liberi pur conducendo lo stesso impasto di usare la gestione preferita senza nulla togliere alle altre se ottenete ottimi risultati.
Di seguito invece la la nuova ricetta dove rimango fedele in tutto al maestro Giorilli tranne che per la gestione PM che con il metodo del maestro Chiera trovo più comoda e congeniale per le mie esigenze.
Cosa cambia? seguendo questo metodo si ha una Pasta Madre sempre in forza e pronta per essere usata in qualsiasi momento si decida di preparare il pane come un grande lievitato, perchè con un rinfresco ogni 48 ore con farina w 350 e conservazione in frigo con pellicola dopo circa 40 minuti dal rinfresco questa raddoppierà nell’arco di 48 ore e basterà UN SOLO rinfresco , attendere le 4 ore canoniche del raddoppio e si potrà entrare direttamente nell’impasto. Ovviamente questa modalità deve essere costante e continua
La condizione diversa è che categoricamente deve QUADRUPLICARE prima di cominciare il secondo impasto e la temperatura non deve mai superare i 26°.
Detto ciò siamo pronti per impastare quello che è il lievitato più difficile in assoluto per il suo incredibile carico di burro, per l’emulsione e per i tanti tuorli.
Preparare un pandoro probabilmente vi farà conoscere il senso della sconfitta, anche più volte, può darsi invece che siate così bravi ,e lo siete senz’altro , da riuscire subito nell’impresa, ma demordere mai! il senso di una sconfitta non deve buttare giù, deve piuttosto dare l’imput a migliorare sempre ed approfondire la materia, a conoscere le farine e la loro resa, a cercare gli ingredienti migliori, ad affinare tecniche che fino a qualche anno fa erano appalto esclusivo dei pasticcieri ed ora sono alla nostra portata con tante spiegazioni e video in rete.
Il mio consiglio non è di leggere solo la ricetta , ma approfondire sempre, accrescere le conoscenze e la teoria fa sempre bene ,ma ora accendiamo le planetarie e buon lavoro.
Vi ricordo che sul blog c'è un'intera sezione dedicata i
grandi lievitati delle feste